In occasione della 15a edizione del Korea Film Fest sette artisti coreani propongono un dialogo artistico tramite opere pittoriche, scultoree, fotografiche e videoinstallazioni.
Dal 23 marzo ritorna il Korea Film Fest, l’appuntamento che da anni avvicina Firenze alla cultura coreana attraverso un palinsesto ricco di eventi. Le Murate. Progetti Arte Contemporanea invita 7 artisti e due curatrici coreane in residenza. Le opere esposte, realizzate da importanti artisti coreani, in parte noti al pubblico grazie alla Biennale di Venezia in parte presentati per la prima volta al pubblico italiano, sono state selezionate dalle curatrici Jiyoung LEE, rappresentante della Platform A, e Kko-kka LEE, ex-responsabile Pianificazione e Sviluppo Programma Accademico alla Busan Biennale 2016. Con titolo di Straniamento, termine italiano per descrivere l’effetto di lontananza e alienazione, i curatori intendono promuovere un dialogo tra pubblico italiano e opere meno conosciute dell’arte contemporanea coreana per esporre ed esplorare attraverso il linguaggio visuale sentimenti condivisi e valori comuni.
Artisti: Chanhyo BAE, Minjeong GUEM, Sungpil HAN, Yiyun KANG, Jongku KIM, Seoungwon WON, Jihye YEOM.
Curatori: Jiyoung LEE e Kko-kka LEE
Direzione artistica Le Murate. Progetti Arte contemporanea, Valentina Gensini
Organizzatori: Comune di Firenze, Mus.e, Le Murate. Progetti Arte contemporanea, Toscana Korea Association.
In collaborazione con Korea Film Fest
Sponsor Arts Council Korea
Chan-Hyo BAE Fin dal completamento degli studi alla Scuola di Belle Arti ‘Slade’ (UCL, Londra) nel 2007, Chan-Hyo Bae ha espresso nel suo lavoro sentimenti di estraniazione culturale ed emotiva, sperimentati dall’artista durante il periodo di studio in Inghilterra. La sua serie Existing in Costume (Esistendo in Costume), con meticolosa ricerca del dettaglio, crea scene elaborate di sé stesso come nobildonna occidentale, dall’epoca Elisabettiana fino all’età della Reggenza. Questa ricerca dell’individuo all’interno di una narrazione identitaria collettiva nazionalistica viene ulteriormente sviluppata nelle sue ultime opere che prediligono come soggetto il regno delle fiabe occidentali, storie che hanno permeato la nostra cultura e plasmato la nostra psiche. La sua ricerca attuale descrive il soggetto della punizione in riferimento all’esercizio del potere.
Minjeong GUEM Minjeong Geum, vive e lavora a Seoul. Utilizza una varietà di mezzi espressivi tra cui la scultura, il video, lo spettacolo e l’installazione site-specific. La memoria collettiva e lo spazio sono questioni fondamentali nella sua ricerca. Concentrandosi sul contesto storico e la densità che certi spazi posseggono, l’artista deduce specifiche caratteristiche interne ed architettoniche come struttura della sua rappresentazione visuale. L’artista ricrea spazi privati e pubblici, realizzando resoconti nuovi ed ambigui. Guem ha conseguito un DFA dall’Università di Yonsei, Seoul, un MFA ed un BFA dall’Università di Hongik, Seoul. Ha completato importanti progetti d’arte pubblica commissionati da Lexus e Samsonite in Seoul e Busan. Nel 2014, Guem prese parte a ‘Green River’, un progetto di Residenza d’Artista di scambio Corea / Taiwan realizzato in Tamsui, Taiwan. I suoi lavori sono parte di collezioni private e pubbliche incluso il Museo d’Arte di Kumho e Museo d’Arte di Seoul.
Sungpil HAN Sungpil Han crea arte principalmente attraverso la fotografia, il moving image ed installazioni per sostenere ed esaminare argomenti filosofici, problemi ambientali, ricerche di archetipi e relazioni tra realtà e le sue rappresentazioni, intese come gli antipodi di “vero” e “falso”. Assieme all’indagine sulla complessità delle diverse culture, l’artista esplora anche il soggetto della natura, proponendo nuove interpretazioni del nostro quotidiano. La sensibilità di Sungpil include nel suo lavoro umorismo e nel contempo elementi sublimi di bellezza. Sungpil ha conseguito un BFA in fotografia dall’Università di Chung-Ang, Corea e un Master in Curatela del Design Contemporaneo, un programma congiunto offerto dall’Università di Kingston ed il Museo di Design di Londra.
Yiyun KANG Yiyun Kang è internazionalmente riconosciuta per i suoi progetti di video mapping. Piuttosto che concentrarsi sulla creazione di oggetti, lei esplora lo sviluppo di ambienti relazionali attraverso installazioni che si attuano nello spazio tramite proiezioni site specific. Il suo lavoro è stato esposto in diversi musei e gallerie d’Europa, Asia e Stati Uniti, ha partecipato vari programmi di residenza, incluso quello del Victoria and Albert Museum (Londra) ed il Museo Nazionale di Art Contemporanea della Corea. Il suo lavoro è stato mostrato a Museo di Arte di Seoul, Museo di Arte Contemporaneo di Taipei e alla Biennale dell’Architettura di Venezia del 2014. Ha conseguito una Laurea in Belle Arti all’Università Nazionale di Seoul ed un Master in Belle Arti al dipartimento di Design & Media Art dell’ UCLA (California, USA). A seguito del Master in Belle Arti (MFA) negli Stati Uniti, Kang lavorò, ed insegnò in Corea per 3 anni, per poi successivamente trasferendosi a Londra, dove attualmente lavora e studia per conseguire un Dottorato al Royal College of Art .
Jongku KIM Scultore di formazione, Kim lavora primariamente con polvere di acciaio sulla tela neutra fin dagli ultimi anni ‘90. Macinando faticosamente sbarre metalliche, Kim riduce il ferro solido in polvere, trasformando un materiale forte e freddo in uno morbido e delicato. Usando forme calligrafiche, Kim applica la polvere sopra la tela come un flusso poetico di coscienza, mentre la colla poliuretanica ne ferma la sua volatilità sul supporto. Create orizzontalmente, le tele sono successivamente elevate verticalmente, permettendo alla gravità di portare verso il basso le polveri ancora sciolte. Le parole scritte in coreano non sono lette né da sinistra a destra né il contrario, ma fluiscono in un percorso non lineare. Non è importante capire ogni parola perché il significato del poema si arrende al significato espresso dal dipinto nel suo complesso come panorama poetico. Nella sua de-materializzazione dell’acciaio, una materia prima per la guerra ed il mercantilismo moderno, Kim rappresenta l’umiliazione del genere umano nella sua continua necessità di progresso.
Seoungwon WON Realtà e illusione in queste scene si mescolano così magistralmente da renderle inscindibili, creando una realtà tangibile alternativa dove elementi caratterizzanti della fotografia vengono usati per rendere questa “verità” inconfutabilmente vivida. Per arrivare a questo risultato l’artista compie innumerevoli e meticolose modifiche alle sue fotografie, mentre disegna a primo getto, rivelando così molto chiaramente il processo di conflitto tra coscienza e subconscio. Il lungo viaggio per trovare cose e scene nella realtà comincia quando un schizzo di idea è realizzato. Poi, le centinaia di scene raccolte dalla macchina fotografica durante il viaggio sono montate come un fine collage. Come per gli ‘oggetti trovati’ dei surrealisti, le cose, frutto dell’incontro di coincidenze e inevitabilità, incarnano l’intenzione e il desiderio dell’artista. È nelle aperture di spazio e tempo che cose ultraterrene sono create con un sforzo così grande e, sebbene ultraterrene, queste nascono dalla realtà.
Jihye YEOM Dopo avere partecipato ad innumerevoli programmi di residenza d’artista in Ghana, Iran, Palestina, Brasile, e Colombia, Yeom attualmente vive e lavora a Seoul, Corea. La sua opera si focalizza su storie sociopolitiche in relazione a luoghi, principalmente lavorando con installazioni video a canale singolo. La sua mostra più recente è stata All Exiles Have A Hidden Luck (Tutti gli Esili Hanno Una Fortuna Nascosta) al Centro d’ Arte Sonje (Seoul 2015) in cui esplora il complesso ed ironico concetto di esilio che al contempo è volontario ed involontario, sociale ed estremamente individuale, trasferimento fisico e nomadismo mentale. Jihye Yeom ha conseguito un BFA dall’Università Nazionale di Seul, un Master dal Central Saint Martins ed un MFA a Goldsmiths, l’Università di Londra.