LITTLE BOY
Lo spettacolo al centro del progetto di residenza del Teatro dell’Elce è Little Boy, una versione per la scena de La coscienza al bando, carteggio pubblicato negli anni Sessanta, in cui la causa è quella anti-nucleare e a confrontarsi con essa sono Günther Anders, un intellettuale engagé, e Claude Eatherly, il pilota americano che ha dato il via libera al rilascio della bomba su Hiroshima. “Little boy” è il nome in codice della bomba di Hiroshima. Günther Anders, filosofo e scrittore, tra i fondatori del movimento anti-nucleare in Germania, viene a conoscenza della situazione di Eatherly leggendo per caso un articolo sulla rivista Newsweek nel 1959.
Agli occhi di Anders, noto per le riflessioni sul “dislivello prometeico” tra l’uomo e la tecnica nell’era atomica, Eatherly appare subito come l’anti-Eichmann: a differenza dell’ex-funzionario nazista – uno dei maggiori responsabili dei campi di sterminio il quale, processato in quegli anni, si riteneva innocente dichiarando di aver solo obbedito agli ordini dei superiori – Eatherly ha conservato la sua coscienza e non riesce a tacitare il rimorso per il suo “atto”. Anders decide di scrivergli e alla prima lettera seguirà un carteggio di oltre due anni. Una selezione delle lettere del carteggio compone il testo dello spettacolo: dalle parole scritte e inviate reciprocamente dai due protagonisti affiorano linee tematiche diverse e complementari.
La prima, la più evidente, è il mettersi a servizio di una causa. La causa anti-nucleare, nello specifico. Un’altra linea, drammatica e urgente, è quella della lotta per la riabilitazione di Eatherly: Anders cercherà in ogni modo di aiutare l’amico a uscire dall’ospedale psichiatrico. La terza linea, implicita e paradossale, è quella del ruolo del singolo rispetto alle grandi cause. Proprio questa terza linea costituisce l’indagine di fondo dello spettacolo, il suo nucleo problematico. C’è un’apparente incompatibilità tra ciò che l’essere umano fa e desidera come individuo e ciò che egli fa e desidera come membro della specie? La dedizione a una causa è materia da santi o da folli? Il militante è un eroe o un fanatico? Perché spesso agire in una relazione tra singoli va in contrasto con l’agire per il bene comune? ____________________________________________________________
Il Teatro dell’Elce nasce a Firenze nel 2006 su iniziativa del regista Marco Di Costanzo, dell’attore Stefano Parigi e del sound designer Andrea Pistolesi. Nel tempo il gruppo originario si arricchisce di nuove collaborazioni e diviene un nucleo di produzione di spettacoli e altri progetti teatrali. L’attività del Teatro dell’Elce coniuga la ricerca sul lavoro dell’attore con la volontà di rivolgersi a un pubblico il più possibile vasto e differenziato, al fine di produrre un teatro popolare di qualità. La compagnia è riconosciuta e finanziata dalla Regione Toscana, nell’ambito dei progetti relativi ad interventi produttivi di elevato livello qualitativo in campo teatrale, e dalla Fondazione CRF come progetto di produzione e ricerca artistica. Le produzioni del Teatro dell’Elce sono state distribuite sul territorio nazionale e la compagnia è stata rappresentante dell’Italia al Festival International du Théâtre d’Alger 2010 (Algeria) e al Festival Internacional de Teatro por la Paz 2011 e 2012 a Barrancabermeja (Colombia). Il Teatro dell’Elce ha collaborato con tutti i principali teatri fiorentini e con numerose realtà nazionali quali, tra le altre, Fondazione Toscana Spettacolo, Armunia-Festival Inequilibrio, SPAM!, Teatro Libero di Palermo, Teatro Ringhiera-ATIR di Milano, Teatro Commission Marche.
Le residenze sono state realizzate con il contributo di Regione Toscana: Progetto Città Contemporanea Comunità Inclusiva – Residenze performative e musicali e il sostegno di CRF