PASOLINI. NEL RECINTO DEL SACRO.
Una conversazione a partire dal volume di Caterina Verbaro Pasolini. Nel recinto del sacro (Perrone, 2017) Intervengono, con l’autrice, Riccardo Donati, Stefano Giovannuzzi e Elena Porciani
Pasolini. Nel recinto del sacro mette al centro dell’indagine sull’autore il concetto del sacro e il genere della poesia, indagandone le correlazioni. La questione del sacro percorre e sostanzia l’intera opera di Pasolini e ne costituisce un essenziale tessuto connettivo, e se nelle opere degli anni quaranta e cinquanta esso si incarnerà nel suo oggetto – l’universo contadino friulano, le borgate, la ciclicità della natura – nell’ultima fase il sacro verrà ad essere evocato dalla forma stessa del testo magmatico, stratificato e metatemporale. L’idea pasoliniana di poesia travalica la stessa versificazione e diventa modo e sede di ricezione di un sacro che dimora nella realtà. Dell’inscindibile relazione tra poesia e sacro si seguono dunque le tappe: il libro ricostruisce l’evoluzione della poesia di Pasolini e della sua stessa concezione del poetico, anche in relazione al cinema, che alla poesia e alla letteratura sembra contendere la capacità di espressione della realtà. Nella prima parte del volume i vari capitoli dedicati alle diverse fasi della poesia pasoliniana evidenziano il mutare dei paradigmi formali e della concezione stessa del poetico, ma al contempo mostrano il perdurare della fiducia nella poesia, che da genere diventa modo e qualità che permea e informa tutti i generi, dal cinema alla saggistica. La seconda parte invece focalizza il Pasolini dei generi e delle forme ibride, dalla saggistica dell’autore corsaro e luterano al grande romanzo-mondo Petrolio, da cui è tratta la citazione che dà il titolo al volume. Nei diversi testi-campione analizzati e interpretati, da Patmos a Pianto della scavatrice, da Le ceneri di Gramsci a Una disperata vitalità, si individua la volontà pasoliniana di restituire l’immagine di un reale non banalmente fattuale, bensì stratificato, mitizzato, sacralizzato.
Caterina Verbaro è professore associato di Letteratura italiana contemporanea all’Università Lumsa di Roma. Si è occupata di vari autori e poetiche dell’Otto e Novecento (Scapigliatura, Svevo, Gadda, Neoavanguardia, Pasolini, Rosselli, poesia contemporanea) e in particolare di Lorenzo Calogero, a cui ha di recente dedicato la monografia I margini del sogno. La poesia di Lorenzo Calogero (ETS, Pisa 2011) e di cui ha curato la prima edizione di Avaro nel tuo pensiero (Donzelli, Roma 2014). È referente scientifico della rivista «Oblio» (Osservatorio bibliografico della letteratura italiana otto-novecentesca) e fa parte del Consiglio Direttivo della MOD (Società italiana per lo studio della modernità letteraria).
Riccardo Donati è docente e saggista; tra i suoi lavori più recenti I veleni delle coscienze. Letture novecentesche del secolo dei Lumi(Bulzoni, 2010), Le ragioni di un pessimista. Bernard Mandeville e la cultura dei Lumi (ETS, 2011), Nella palpebra interna. Percorsi novecenteschi tra poesia e arti della visione (Le Lettere, 2014). Si occupa di letteratura europea tra Sette e Novecento e di poesia italiana contemporanea, con interventi in volume e in rivista; nel 2013 l’Accademia Nazionale dei Lincei gli ha attributo il Premio Giuseppe Borgia per i suoi contributi sulla poesia.
Stefano Giovannuzzi insegna Letteratura italiana contemporanea presso l’Università di Torino. Si è a lungo occupato di poesia italiana del Novecento, pubblicando saggi e volumi su Bertolucci, Campana, Pavese, Rosselli, Caproni e altri. In ambito narrativo, tra gli altri, ha scritto su Boine e Tozzi.