SUONO E TEMPO Giancarlo Cardini – Giacinto Scelsi Performers: Agnese Toniutti pianoforte Davude Diamanti lettore PROGRAMMA: G.CARDINI Tre momenti di sessualità infantile (2007) G.PAOLI Che cosa c’è arrangiamento di G.Cardini (2016) C.VELOSO Baby arrangiamento di G.Cardini (2015) G.CARDINI Rituals for the Ryoanji Garden (2012) • • • • • G.SCELSI Quattro Illustrazioni sulle Metamorfosi di Visnu (1954) I. Shésha – Shàyí Vishnu II. Varaha – Avatàra III. Rama – Avatàra IV. Krishna – Avatàra G.Scelsi Suite n.10 “Ka” (1954) I. II. III. IV. V. VI. VII. (con letture di frammenti da: Paolo Carradori, Giancarlo Cardini: la musica, il novecento, Marco Del Bucchia Editore – 2011; Giancarlo Cardini, Bolle di sapone, Centro Di – 2011; Giacinto Scelsi, Il sogno 101, Quodlibet – 2010)
“Io voglio sentirmi rapito quando ascolto la musica.”
G.Cardini (da “Giancarlo Cardini: la musica, il novecento”, Marco Del Bucchia
Editore – 2011)
“Si tratta di considerare il suono come base della forza che esiste:
la forza cosmica che è insita nel suono stesso.”
G.Scelsi (da “Il sogno 101”, Quodlibet – 2010)
Giacinto Scelsi (1905 -1988) inizia a frequentare il mondo artistico, musicale e letterario negli anni Venti – durante i suoi frequenti viaggi all’estero – stabilendo amicizie che lo introducono ai movimenti culturali internazionali dell’epoca. Agli anni Trenta risalgono i suoi interessi per linguaggi e tecniche compositive quali la dodecafonia, le teorie di Skrjabin e di Steiner. Nel 1930 porta a compimento la composizione per orchestra Rotativa (Parigi, Salle Pleyel 1931 con la direzione di Pierre Monteux), opera che lo rivela al mondo musicale internazionale. La strumentazione di figure determinate dal caso, l’improvvisazione su strumenti tradizionali usati in modo nuovo, l’uso dell’ondiola, (primo strumento – elettronico capace di riprodurre i quarti e gli ottavi di tono) ma soprattutto la maniera di improvvisare in uno stato privo di condizionamenti molto vicino al vuoto Zen, improntano le sue opere più significative. Il metodo di composizione di Scelsi era alquanto originale: registrava infatti su nastro magnetico le proprie improvvisazioni, affidando poi la trascrizione a collaboratori che operavano sotto la sua guida. Originalissimo anche il metodo di orchestrazione, che consisteva nell’accoppiare strumenti simili sfasati di un quarto di tono, con imprevedibili effetti di battimento.
Agnese Toniutti diplomata in pianoforte al Conservatorio di Udine, e poi con il massimo dei voti al Conservatorio “B.Marcello” di Venezia con una tesi incentrata sull’opera di Giacinto Scelsi, si perfeziona in diversi seminari pianistici e cameristici tenuti tra gli altri da Francois- Joel Thiollier, Massimiliano Damerini, Lya De Barberiis, Pamela Mia Paul. Nell’attività concertistica sperimenta una strada non convenzionale di comunicazione con il pubblico, mettendo in dialogo il repertorio contemporaneo con diverse discipline artistiche (recitazione, danza, fotografia, arti visive e videoarte). Tra i recital solistici propone diversi “ritratti” monografici di compositore sotto forma di concerto, che uniscono all’esecuzione musicale intermezzi vocali, testimonianze scritte, documenti audio e interventi del pubblico. Si e’ esibita come solista e camerista in Italia, Austria, Svizzera, Germania, Ungheria e Stati Uniti, in diverse sale tra cui la Sala Wiener del Mozarteum di Salisburgo, Palazzo Cavagnis a Venezia, il Teatro Strehler di Milano, il Teatro Duse di Bologna, il Palazzo dei Congressi di Lugano, la Kammermusiksaal dell’Università della Musica di Stoccarda, la Recital Hall della University of North Texas, per la serie di concerti di musica contemporanea Music Now Events (Denton, Texas), Komponisten Colloquium (Oldenburg, Germania), per la Shropshire Foundation, per
Angelica – Centro di Ricerca Musicale (Bologna) e all’interno del Festival internazionale ALL FRONTIERS – Indagini sulle musiche d’arte contemporanee (Go), Ossessioni (Faenza), Bari Piano Festival (Bari) e Italien Musiziert (Stoccarda, Germania).
Davide Diamanti, compagnia I Nuovi – Fondazione Teatri della Toscana