Corpo-Città (studio1#) Il corpo dell’abitare di STUDIOVUOTO Progetto realizzato nell’ambito di Toscanaincontemporanea2013 Le Murate stanno diventando un nuovo quartiere della città di Firenze che convive come gli altri con la storia delle antiche pietre che lo compongono. La storia che queste pietre portano con sé è in questo caso quella del vecchio carcere della città e del precedente monastero su cui è sorto per 150 anni a partire dal 1832 sino al 1983. In un processo urbano inaugurato con la consegna delle chiavi dei primi alloggi pubblici nel 2004, gli spazi detentivi delle Murate si stanno trasformando lentamente nelle case di un altro abitare: non l’abitare costretto della reclusione, e non l’abitare spinto oltre il centro urbano delle classi più popolari, ma un abitare aperto, dove privato e pubblico e provenienze diverse si mescolano nella vita delle piazze interne allo spazio, teatro degli eventi della città dello spettacolo che si ritrovano all’improvviso umanizzati e relativizzati da una piazza che non scorda l’ora d’aria da cui proviene. In questi spazi “stretti” della convivenza la varietà e l’intensità delle dinamiche sono percepibili come movenze specifiche di un nuovo abitare in corso. Gli spazi dell’ex carcere di Firenze stanno ridiventando città, ed attraverso Le Murate tutta la città è coinvolta nel processo di questo abitare. Corpo-Città (studio1#) è un percorso di pratica, osservazione e documentazione dell’abitare che eredita il lascito processuale dell’installazione sonora Nuclei (Vitali) allestita negli spazi dell’ex carcere duro delle Murate. Corpo-Città costruisce a partire da qui, un gruppo di prassi e ricerca che indaga il processo urbano in corso affiancando pratiche interdisciplinari di analisi e documentazione, a pratiche di azione, osservazione ed ascolto proprie di un performer-cercatore urbano. Il processo globale parte dal corpo dell’attuante per aprirsi al corpo dell’abitare, alimentando un dispositivo processuale di analisi e di ricerca nella città che non separa la teoria dalla prassi né il corpo dallo spazio. Il percorso sviluppato da STUDIOVUOTO, Studio di architettura che non costruisce, intende mettere in atto un ascolto urbano collettivo, per favorire altre possibilità di percezione dello spazio e di sé come base necessaria dei risvegli dell’utopia vivente della città. Il training fisico condotto, facilitato dall’allestimento della nuova pedana danza, installata grazie al contributo di Toscanaincontemporanea 2013, si porrà alla base del lavoro di analisi, ascolto e osservazione, di modo che il piano della ricerca urbana diventi giorno per giorno il piano naturale di ricerca dei partecipanti a Corpo-Città. Pratiche artistiche di attraversamento e dell’abitare potranno dare luogo a piccole performance il cui obiettivo iniziale è quello di favorire condizioni ulteriori di percezione della relazione tra corpo e spazio, tra abitante ed abitato. Corpo-Città (studio1#) si declina negli spazi prescelti con specifiche modalità, favorendo l’emergere di situazioni partecipative spontanee di adesione al lavoro nella forma di una comunità temporanea di indagine e creazione. Corpo-Città è aperto alla collaborazione con associazioni locali, gruppi di artisti, architetti e ricercatori urbani, singoli cittadini ed abitanti. Assieme a Valeria Muledda contribuiscono a STUDIOVUOTO per questo progetto: Venerdì 5 settembre ore 15.30 Corrado Marcetti, architetto, (Direttore della Fondazione Michelucci) Un racconto urbano sulle Murate e tante possibili interazioni La narrazione sul complesso delle Murate, inscritto nella fisicità della città come nel suo intreccio di storie sociali e politiche, nella stratificazione di cronache e di vicende di cui è stato sempre luogo cospicuo di accumulo e di lento smaltimento, è articolata in quattro parti; il processo di formazione come grande istituzione conventuale e il suo ruolo nell’organismo urbano fino alla dismissione; la sua costituzione ottocentesca come caposaldo segregativo di detenzione in un’area di polarizzazione carceraria che investe anche gli altri conventi soppressi di Santa Verdiana (carceri femminili) e di Santa Teresa (carcere penale maschile); il trasferimento delle carceri dal centro ai confini urbani della città; il processo di rigenerazione urbana del vecchio complesso attraverso la realizzazione di alloggi popolari, piazze, attività e servizi che caratterizzano la nuova urbanità del luogo. È un racconto di architettura vissuta per cui parte cospicua del racconto è dedicata alle vicende che hanno attraversato il complesso nella storia del XIX e de XX secolo e a coloro che sperimentarono la durezza del carcere fiorentino, la segregazione, la coercizione, la rimozione, la perdita. La memoria e la rigenerazione di questo luogo che ha avuto un ruolo importante nella storia sociale e urbana fiorentina fino a costituire un topos nella geografia culturale della città saranno le chiavi delle interazioni tra tutti i partecipanti all’incontro.; Martedì 9 Settembre e mercoledì 10 settembre ore 15.30 Sabrina Tosi Cambini, antropologa, (Fondazione Michelucci) Esplorare la Città I due incontri saranno dedicati all’esplorazione della città e alle interconnessioni delle Murate con essa, attraverso alcuni elementi cardine: gli spazi (vissuti, del potere, delle resilienze, ecc.), le metafore e i significati ad essi connessi, i confini. Al centro il corpo del ricercatore la cui area di vita e conoscenza è racchiusa dagli assi del tempo e dello spazio a formare il luogo dell’incontro con gli abitanti. Nasce così una narrazione e una storia comune e plurale all’orizzonte della quale vi è la forma urbana augurabile: quella che “si rinnova costantemente per seguire le esigenze rinnovantesi della vita” (Michelucci 1967: 19). Sabato 13 settembre ore 15.30 Sonia Paone, sociologa urbana, (Università di Pisa) Carcere e città: corpi e spazi in relazione Carcere e città parole che si oppongono, creando confini, distinzioni e reciproche negazioni. Carcere e città: due carte attaccate sul dorso, le cui figure guardano una di qua e una di là e in virtù di questa posizione non si possono né staccare, né vedere. In realtà le relazioni che si vengono a creare fra questi due mondi sono molteplici, controverse, ambigue, ma anche feconde e produttrici di senso urbano. L’intervento esplorerà queste connessioni e le trasformazioni urbane e sociali che ad esse sono collegate. Giovedì 18 e Venerdì 19 settembre ore 15.30 m2, prassi artistica + architettura (Matteo Bianchini + Matteo Fioravanti) PLAY MURATE Un percorso ricreativo sullo svago di corpo e mente, un approfondimento dedicato alla libertà di prassi e di stile dove ognuno si affranca da vincoli e confini. Verranno individuati ed attivati spazi e pratiche di gioco presenti e possibili direttamente con i residenti. Due pomeriggi nello spazio pubblico Murate di gioco/interpretazione/rappresentazione/azione/divertimento/attività e tutte le sfumature della traduzione dall’inglese del termine play. Supporto fisico [s]mobile urbano: concentrato funzionale di assistenze urbane base per il minimo vivere comune. Risultante di parte del lavoro di Corpo-Città (studio1#) sarà la trasmissione radiofonica di frammenti e inserti sonori che seguirà il processo in corso condividendolo con la città; le trasmissioni saranno elaborate in corso d’opera ed andranno in onda su Radio Papesse e Novaradio. Corpo-Città (studio1#) è un progetto di Valeria Muledda per STUDIOVUOTO. * Corpo-Città ringrazia tutti coloro che hanno contribuito a dargli vita. In particolare ringrazia tutti gli abitanti delle Murate che con calore hanno accolto e preso parte a Corpo-Città in questo mese di settembre. Con loro Corpo-Città ringrazia anche gli altri abitanti paralleli delle Murate, coloro che vivono nel carcere in periferia che ha preso il posto di questo. Corpo-Città ringrazia particolarmente Adelaide ed Helena, Mario Batignani, Matteo Bianchini, Chiara Burgio, Laura Cioni, Pina Corti, Pietro Demontis, Matteo Fioravanti, Eva Francioli, F. *, Grazia Genzani, Susan George, Chiara Guarducci, Giampaolo Ietro, Martin Konig, Barbara Legari, Gabriella Lerario, Corrado Marcetti, Francesca Materassi, Sandra Nastri, Cristina Pacini, Raffaele Palmisano, Sonia Paone, Anna Lisa Pecoriello, Roberto Perotti, Stefania Rispoli, Elena Salvadorini, Sabrina Tosi Cambini, i bambini cuore delle Murate Ale, Dennis, Giulia, Junes, Jusef, Martina, Raffaele, Riccardo, Arno, Otto e tutti quelli che con noi hanno preso parte a questo gioco liberatore * assieme ai vitali Antonio Cannata per Nova Radio e Carola Haupt per Radio Papesse, Maria Grazia Giampiccolo Direttrice del Carcere di Firenze Sollicciano, RFK Europe, Valentina Gensini e Giada Margheri per Le Murate Progetti di Arte Contemporanea, senza i quali Corpo-Città non sarebbe stato possibile.
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